Giornata di ieri contraddistinta da ribassi che hanno portato gli indici a contatto con le prime aree di supporto andando a violare importanti livelli di volatilità.

La differenza sostanziale che risulta evidente è che sugli indici europei la discesa è stata caratterizzata da un forte aumento della componente future necessaria per coprire alcuni posizionamenti a rischio, mentre in america si è trattato, per il momento, di semplici prese di profitto dovute a chiusure di posizioni future.

C’è da aggiungere che fra i due continenti i posizionamenti erano anche prima molto diversi. Su S&P500 il prezzo era arrivato su aree di valore dove oltre il 60% di call erano diventate itm mentre in Europa i prezzi sono rimasti per molti giorni all’interno della parte bassa di un range di indifferenza dove adesso è circa il 40% di put a rischiare di diventare itm.

Anche le volatilità implicite, che tra l’altro sono state sempre sostenute anche nei giorni passati, hanno fatto vedere i primi effetti delle greche di secondo ordine come vomma e vanna.

Su Eurostoxx50 forte afflusso di flusso, chiusura di put su strike 3900, 4000 e 4050. Nuove aperture di put da strike 3900 a strike 3800. Molte call a partire da strike 4000 ed area di ricopertura a 3975.

Sul Ftsemib notevole aumento della componente future a cui fa seguito una diminuzione di contratti put a strike 25500 e 25000. Nuovi ingressi di call su tutta l’area 25250.

Anche sul Dax gli ingressi dei future sono sui massimi di periodo, le put a strike 15350 e 15100 vengono chiuse. Nuove posizioni vengono aperte più in basso insieme ad ingressi di call a strike 15700 e 15800. Area di ricopertura a 15600.

Infine S&P500 dove è evidente l’alleggerimento, per il terzo giorno consecutivo, della componente future. Sul comparto opzioni si segnala un aumento di call otm a strike 4600 e di put a strike 4200. All’interno di questo range veramente pochi contratti scambiati. Da segnalare l’ingresso di put itm a strike 4400 che solitamente sono un primo campanello di allarme per eventuali spike di volatilità.