Nella giornata di ieri gli indici azionari sono andati tutti sotto pressione per la preoccupazione che l’aumento dei prezzi negli Stati Uniti provocherà aumenti aggressivi dei tassi di interesse da parte della Fed.

L’Ipc di gennaio negli Stati Uniti, con il suo +7,5%, ha subito il più grande aumento degli ultimi venti anni. Sulla news i rendimenti dei T-note sono saliti ed i titoli tecnologici sono scesi. Le perdite delle equity hanno accelerato dopo che sono uscite dichiarazioni di un aumento dei tassi di interesse di un intero punto percentuale entro l’inizio del 1° luglio.

Vediamo, dopo le parole, come si sono mossi gli operatori nei fatti, visto che mancano pochi giorni alla scadenza mensile Febbraio e dopo tutto ruoterà attorno all’importante Trimestrale Marzo.

Sul Ftsemib forte ingresso di Put sia a strike otm 22000 che a strike atm/itm 26500 e 27500. Nessuna call lavorata se non qualche chiusura, e future in stallo.

Sul Dax invece si segnala solo un rollover parziale di call da 16200 a 15600 seguito da un aumento della componente future e piccole movimentazioni di put.

Anche su Eurostoxx50 si assiste a chiusure di call a strike otm e nuove e diffuse aperture fino a strike4300. Sul lato put sono evidenti le chiusure a strike 3950 e 4050, le aperture di nuove posizioni a 4100 e il rollover da ricopertura da strike 4250 a 4200.

Infine su S&P500, nonostante il sostanzioso ribasso notturno, si vedono ancora nuovi ingressi di put da strike 4000 a strike 4400. Da segnalare anche aumenti di posizioni su strike itm 4600 e 4500 che, come ben sappiamo, vengono utilizzati in funzione di ricopertura. Di contro vengono chiuse call e la componente future continua a diminuire.