Nella giornata di ieri i prezzi dei maggiori indici azionari si sono stabilizzati nella parte bassa del range della candela ribassista del cinque gennaio. Maggior debolezza relativa è visibile sui sottostanti americani mentre maggior tenuta sembrerebbero offrire i sottostanti europei.

L’indice di volatilità, nonostante l’improvviso ribasso, non è aumentato come era invece ipotizzabile, infatti ci troviamo intorno a 20 e con il percentile di Rng al 67%.

Sul Ftsmib solo aperture di call a strike otm 29500 e roll di put da strike 23000 a strike 23500. Il resto della chain è rimasta deserta di contratti. In tutti i casi, su questi livelli di prezzo dove ormai sappiamo che ad essere sotto pressione sono le call, è evidente il continuo afflusso di future in funzione di ricopertura.

Anche sul Dax i future sono in costante aumento ma chain delle opzioni lavorata prevalentemente sul lato call e su strike particolarmente otm con nuovi ingressi a 17000. Poche put e tutte in area 14500.

Discorso diverso invece su Eurotoxx50 che vede il continuo aumento di put da strike 4050 a strike 4350, qualche call sopra area 4400, area di ricopertura a 4300 e nuovi ingressi di future.

S&P500 sembra invece che si stia prendendo un attimo di pausa. Poche movimentazioni, qualche put sotto al prezzo, chiusure di posizioni a 4500, nuove call in area 4900/5000 e future in diminuzione.

Sul mercato americano oggi sono in arrivo molti dati economici e probabilmente gli operatori, dopo il Fomc, si stanno mettendo piano piano alla finestra in attesa del da farsi.