Contenuti della lezione

Spread verticali a debito

Approfondiamo gli spread verticali a debito, posizioni principalmente con rischio rendimento superiore a 1 con livelli di rischio e di profitto predeterminati già al momento di impostazione della strategia. Gli spread verticali a debito consentono di approfittare di ampi movimenti a rialzo o a ribasso dando tempo al sottostante di percorrerli, senza interrompere la funzione continua dei prezzi con stop loss e take profit tipici degli strumenti lineari, che spesso buttano fuori dal mercato troppo presto o troppo tardi.

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Bentrovati, oggi parleremo degli spread verticali in acquisto.

In particolare parleremo di strategie che prevedono l’apertura di due posizioni contrapposte sulla stessa scadenza, posizioni in cui il premio pagato è maggiore del premio ricevuto.

Cominciamo la nostra lezione esaminando il profilo di rischio di uno spread a debito di call

Lo spread a debito di call chiamato anche bull call spread. Bull ovviamente perché è rialzista, e call perché è costruito con le call.

Consiste infatti nell’acquisto di una call a strike più basso e delta maggiore, e nella vendita di una call a strike più alto e delta minore utilizzando la stessa scadenza. La differenza tra il premio comprato e quello venduto sarà il costo totale dell’operazione.

È molto utile per operare su un mercato sul quale ci aspettiamo un aumento delle quotazioni possibilmente con un movimento che arrivi a toccare lo strike dell’opzione venduta.

Concentriamoci adesso sul payoff a scadenza, linea scura.

Abbiamo simulato ad esempio l’acquisto di una call a strike 1000 pagandola 40 euro e la contemporanea vendita di 1 call 1080 incassando un premio di 11 euro.

Ci permette di avere uno stop loss automatico che è il nostro limite prestabilito di rischio oltre il quale non si può perdere ed è essenzialmente il prezzo complessivamente pagato per entrare a mercato. Il nostro rischio massimo è cioè dovuto alla differenza di premio tra ciò che abbiamo comprato e ciò che abbiamo venduto, in questo caso 29 euro (quaranta meno undici).

Contemporaneamente ci può portare un profitto o take profit che ha un tetto massimo pari all’opzione venduta che rappresenta l’ampiezza dello spread meno il premio complessivamente pagato. In questo caso 1080-1000 = 80  meno 29 = 51.

E’ interessante notare che il nostro rapporto di rischio rendimento è ben superiore ad 1, ovvero rischiamo 29 euro per guadagnarne 51, per la precisione il nostro risk/reward si attesta sul rapporto di 1 a 1,75. E il mercato può oscillare quanto vuole senza mai buttarci fuori con uno stop loss. Non male direi

Come vedete, il nostro profilo di rischio non è determinato solo dal pay off a scadenza, ma anche dalla curva dell’at now arancione, che mostra cosa succederebbe oggi alla posizione qualora il sottostante si muovesse ad un determinato prezzo. Vi dirò di più. La distanza tra la curva arancione e la linea scura è il valore temporale della posizione. Cosa capiamo da questa figura? Che sotto 1029 di sottostante – il nostro break even – abbiamo il decadimento temporale della posizione che ci marcia contro, mentre sopra 1029 il decadimento temporale è a favore. Siamo contemporaneamente compratori di opzioni fino a 1029, e venditori di opzioni oltre 1029. Ad esempio, se il sottostante arriva in un giorno a 1080 e si muove in laterale fino a scadenza, non dovremo fare altro che aspettare, in quanto il decadimento temporale lavorerà per noi.

Guardiamo ora il profilo di rischio di uno spread a debito di put:

Consiste nell’acquisto di una put a strike più alto e delta maggiore e nella vendita di un put a strike più basso e delta minore utilizzando la stessa scadenza. La differenza tra il premio comprato e quello venduto sarà il costo totale dell’operazione.

È molto utile per operare su un mercato sul quale ci aspettiamo una diminuzione delle quotazioni possibilmente con un movimento che arrivi a toccare lo strike dell’opzione venduta

Come per lo spread a debito di call ci permette di avere uno stop loss automatico che è il nostro limite prestabilito di rischio oltre il quale non si può perdere ed è essenzialmente il prezzo pagato per entrare a mercato

Contemporaneamente ci può permettere un profitto o take profit che ha un tetto massimo pari allo strike venduto

Nell’esempio abbiamo simulato l’acquisto di una put a strike 1000 pagandola 40 euro e la contemporanea vendita di 1 put otm a strike 920 incassando un premio di 16 euro. Il nostro rischio massimo è dovuto essenzialmente alla differenza di premio tra ciò che abbiamo comprato e ciò che abbiamo venduto, in questo caso 40-16= 24 euro. Quello che è interessante notare è che, a fronte di un rischio limitato a 24 punti, il nostro massimo guadagno è ben superiore. Infatti contabilizzando quanto abbiamo speso per aprire la posizione e sottraendolo alla distanza fra gli strike usati, 1000 -920, esce un rapporto di rischio rendimento veramente niente male. Facciamo i conti: 1000-920-24=56……ovvero rischiamo 24 euro per guadagnare 56 in un rapporto risk reward ben superiore a 2, per la precisione 2,33. E anche qui il mercato può oscillare quanto vuole senza mai buttarci fuori con uno stop loss.

Chi è più attento, avrà notato sicuramente che a parità di distanza di 80 punti dal prezzo 1000, abbiamo una differenza tra il prezzo della call e il prezzo della put. In particolare vi ricordo il prezzo della call 1080 venduta è pari a 11 punti, mentre il prezzo della put è di 16 punti. Perché? Perché la put costa di più della call se entrambe sono distanti 80 punti e il mercato da 1000 può salire e scendere? Recita un detto che in borsa si sale per le scale e si scende con l’ascensore e, aggiungo io, ultimamente si va invece diretti per la tromba delle scale. La volatilità è più alta sulle put rispetto alle call, e quindi il prezzo è più alto, perché il mercato prezza più probabile un rapido raggiungimento di 920 rispetto a 1080. Stiamo introducendo il concetto di curva di volatilità, di cui parleremo nelle prossime video.

Arrivederci e a presto.